MostCare Up
MostCare Up
MostCareUp è l’evoluzione di MostCare, il primo monitor in grado di fornire in tempo reale un’informazione completa sullo stato emodinamico del paziente.
MostCareUp si basa quindi sulla consolidata affidabilità dell’algoritmo PRAM integrandola in un’interfaccia estremamente versatile, pratica e user friendly.
CARATTERISTICHE
L’algoritmo brevettato P.R.A.M. (Pressure Recording Analytical Method) campiona il segnale a 1000 Hz e riconosce automaticamente i punti rappresentativi dell’onda di pressione in accordo con la teoria fisica delle perturbazioni.
- Monitoraggio continuo: l’onda di pressione è SEMPRE visualizzata ed analizzata battito-battito, permettendo una valutazione istantanea del segnale acquisito.
- Nessuna calibrazione: viene utilizzata la sola curva di pressione e la sua analisi morfologica; non sono necessarie né procedure invasive di calibrazione né dati di riferimento antropometrici (altezza, peso, età e sesso).
- Mini-invasivo: richiede un solo segnale di pressione arteriosa ottenuto da un catetere periferico posizionato in arteria radiale o in arteria femorale.
- Adatto per pazienti pediatrici e contro-pulsati: non basandosi su valori sperimentali di riferimento, MostCare è applicabile su qualsiasi tipo di paziente, compresi i pediatrici e i pazienti con sistema emodinamico condizionato da supporti meccanici (contro pulsatore, emofiltrazione, VADs).
- Nessuna disposable dedicato: MostCare può funzionare con tutti i cateteri e i trasduttori di pressione normalmente in commercio o con segnali analogici provenienti da monitor già applicati al paziente.
- Sistema plug & play: non richiedendo calibrazioni, è possibile visualizzare i valori dei parametri emodinamici immediatamente dopo aver fornito a MostCare un segnale di pressione.
MARKER & TREND
MostCareUp permette la visualizzazione simultanea dei trend di molteplici variabili emodinamiche. È inoltre possibile inserire marker personalizzati in corso di eventi specifici (es. inizio trattamento).
La funzione do&check è stata studiata appositamente per agevolare il clinico durante il monitoraggio delle variazioni emodinamiche a seguito di trattamenti specifici (es. fluid challenge).
MostCare Up è l’evoluzione di MostCare, nome del nostro monitor, che significa “Monitor of Stroke Volume and Cardiac Efficiency”. P.R.A.M. è il nome con cui si indica l’algoritmo che sta all’interno del monitor, significa “Pressure Recording Analytical Method”.
MostCare Up non necessita di disposable dedicato. MostCare Up funziona prelevando il segnale di pressione da un catetere arterioso tramite un trasduttore di pressione (qualsiasi marca).
Come ritenete più opportuno. Potete collegare MostCare Up al trasduttore di pressione o al Vostro monitor principale. MostCare Up è compatibile con la gran parte dei trasduttori/monitor ad oggi in commercio. Riferite al Vostro agente di zona la tipologia di trasduttore/monitor che utilizzate e vi forniremo MostCare Up con il relativo cavo compatibile.
MostCare Up è assolutamente plug-and-play. Connettete MostCare Up al monitor o al trasduttore e sarete in grado di visualizzare il valore del CO e dei principali parametri emodinamici che MostCare Up fornisce. Tempo totale per l’intera procedura: meno di 2 minuti.
MostCare Up è un sistema versatile. Per prelevare un segnale pressorio possono essere utilizzate sia l’arteria radiale che l’arteria femorale.
Il segnale di pressione proveniente dal trasduttore è un segnale analogico, cioè continuo. Al fine di essere analizzato, tale segnale necessita di una campionatura, ovvero di un processo di identificazione di punti consecutivi che servono a ricostruire il segnale di pressione. La frequenza di campionamento indica quanti punti della mia curva considero in 1 secondo. MostCare Up, a differenza di altri sistemi sul mercato, campiona il segnale analogico a 1000 Hz (anziché 100-200 Hz). Posso dunque ricostruire un profilo molto più fedele del mio segnale. In tal modo, ottengo una migliore stima dell’impedenza del sistema cardiovascolare e quindi, valori più precisi dei parametri emodinamici.
Attenzione, per ottenere un segnale pressorio connettiamo MostCare Up all’USCITA ANALOGICA del monitor: ciò significa che il segnale viene prelevato prima dell’elaborazione a 100 Hz. MostCare Up riceve dunque un segnale analogico che solo successivamente elabora a 1000 Hz.
a) Poiché il PRAM basa il suo funzionamento sull’analisi della sola curva pressoria, il prerequisito per avere calcoli affidabili è senza dubbio quello di avere un segnale di pressione arteriosa di qualità elevata. Onde affette da under/over damping possono portare a valori errati del CO. Raccomandiamo di verificare con il test dell’onda quadra la qualità del segnale di pressione. Un dP/dt maggiore di 1,7 può essere indice di segnale risonante.
b) Per ottenere lo Stroke Volume, si calcola un’area sotto la fase sistolica della curva di pressione e la si divide per l’impedenza del sistema cardiovascolare. L’area considerata si estende dal picco diastolico al punto di incisura dicrota: ecco perché è importante che l’incisura dicrota (barretta verticale verde) sia perfettamente riconosciuta. Se la barretta verde coincide con l’effettiva incusura dicrota, i parametri visualizzati sono da considerarsi affidabili. Anche in caso di moderata aritmia, fibrillazione e patologie a carico delle valvole (sia insufficienza che stenosi), in presenza di buon segnale arterioso e di dicrota riconosciuta correttamente, tutti i parametri emodinamici forniti dal sistema MostCare Up sono attendibili.
Sì se l’incisura dicrota viene visualizzata correttamente (barretta verticale verde). Non sono necessari particolari settaggi della macchina. Ovviamente, in caso di fibrillazione atriale i parametri di fluid responsiveness non saranno attendibili, in quanto la loro variabilità sarà legata alle contrazioni del cuore piuttosto che al ritorno venoso.
Sì, è necessario impostare correttamente il tipo di paziente selezionando l’opzione “IABP” prima di iniziare il monitoraggio. Osservate sempre che l’incisura dicrota sia correttamente identificata. MostCare Up funziona correttamente sia in caso di rapporto di contropoulsazione 1:1 sia in caso di rapporti minori (1:2, 1:4, 1:8). I parametri visualizzati possono essere considerati attendibili tanto quanto quelli visualizzabili in pazienti non assistiti da contropulsatore (IABP); SV, CO, dP/dt e CEE si riferiscono all’effettiva attività cardiaca del paziente.
Sì. In questo caso il device esterno, caratterizzato da una particolare rigidezza, influisce sulla forma d’onda da analizzare. La curva di pressione infatti potrebbe soffrire un effetto simile a quello che avviene in caso di catetere risonante. Il valore del dP/dt potrebbe pure apparire eccessivamente alto (>1.7). Per eliminare questi possibili artefatti, è sufficiente selezionare “LINEA DISTURBATA”. Lo SV ed il CO saranno calcolati correttamente.
Sì. MostCare Up non fa rimento a dati antropometrici o pre-stimati, considera infatti solamente il particolare paziente in questione. L’algoritmo PRAM consente il monitoraggio dei pazienti pediatrici. Selezionate “paziente pediatrico” prima di iniziare il monitoraggio, se il peso del paziente è minore di 18-20 kg.
I PCM nascono da una teoria elaborata da O.Frank nel 1899. O.Frank scoprì per primo che la salita pressoria durante la fase di sistole è strettamente correlata al riempimento dell’aorta, molti altri autori confermarono in seguito questa relazione.
O.Frank intuì che lo SV si poteva ottenere dividendo l’area sotto la componente sistolica della curva di pressione per un’impedenza Z(t). O. Frank non riuscì però a calcolare un valore di Z variabile nel tempo e dovette procedere ad alcune semplificazioni. Con l’algoritmo PRAM si è ora in grado di colmare questa lacuna.
Lo SV si ottiene dividendo l’area (A) sotto la fase sistolica della curva di pressione per un’impedenza Z(t) che cambia nel tempo. Il modo in cui il metodo P.R.A.M. calcola i parametri A e Z(t) permette di evitare l’uso di qualsiasi calibrazione. Infatti, a differenza degli altri metodi Pulse Contour:
a) l’area A sotto la curva viene calcolata considerando non solo la componente pulsatile della fase sistolica, ma pure quella continua.
b) per il calcolo dell’ impedenza Z(t) si tiene in considerazione sia la fase sistolica che quella diastolica del ciclo cardiaco, e si analizzano sia la componente pulsatile che quella continua. L’onda di pressione è analizzata in maniera “perturbativa”, ovvero si considerano tutte le componenti attive e/o puramente resistive che contribuiscono al battito cardiaco. In questo modo, viene calcolata un’impedenza specifica del paziente sotto osservazione, real time e battito-battito.
Tutte questi calcoli non sarebbero possibili senza un campionamento a 1000 Hz del segnale arterioso.
Z(t) rappresenta l’impedenza del sistema cardiovascolare; l’impedenza dipende dalla contrattilità cardiaca, dalla compliance del sistema arterioso, dell’impedenza del sistema arterioso e dalla resistenza dei vasi periferici. Graficamente, Z(t) si riflette in una particolare curva di pressione arteriosa. Poiché così tanti fattori concorrono alla determinazione di Z(t), per anni nessuno è stato in grado di fornirne una misura.
I tentativi di quantificare Z(t) hanno portato solamente alla determinazione di una Z fissa nel tempo (Zfix), ottenuta tramite calibrazione esterna o dati antropometrici.
CCE sta per Cardiac Cycle Efficiency (Efficienza del Ciclo Cardiaco); si può considerare un “indice di stress”, che descrive la performance del sistema cardiocircolatorio in termini di lavoro emodinamico effettuato in relazione al dispendio energetico. Il CCE indica lo sforzo che il cuore compie per mantenere l’omeostasi. Il valore di CCE può variare da +1 (condizione ideale senza dispendio energetico) a valori negativi: maggiore è il dispendio energetico per generare un dato SV, minore è il valore CCE.
Il CCE può cambiare in base alle diverse condizioni cliniche (ad es. bradicardia, tachicardia, scarsa contrattilità miocardica, aumento o riduzione del ritorno venoso, cambiamenti della resistenza vascolare sistemica) e può essere utile per valutare la risposta emodinamica ai farmaci cardioattivi e vasoattivi. Inoltre, il monitoraggio dell’andamento del CCE può essere utile nella prevenzione di alterazioni emodinamiche impreviste e può aiutare nel processo decisionale clinico.
Certo. Il CCE è stato correlato alla frazione di eiezione (EF%) del ventricolo sinistro (LV) tramite ecocardiografia prima e dopo bypass cardiopolmonare. Il coefficiente di correlazione tra LVEF% e CCE è risultato 0.82 (r2 =0.91, p<0.001). Quindi, il PRAM si configura come uno strumento affidabile nell’identificazione di cambiamenti nella performance del ciclo cardiaco durante la chirurgia cardiaca. Una correlazione inversa è stata inoltre dimostrata tra il CCE e i valori di pro-BNP.
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